Corsetto per scoliosi Milwaukee
Corsetto per scoliosi Milwaukee nasce grazie a Walter P. Blount, è nato a Oak Park, un sobborgo di Chicago, nello stato dell’Illinois.
Blount eredita la passione per la medicina dal nonno, un chirurgo che operava durante la Guerra Civile Americana e dalla madre, medico di Oak Park. La madre di Blount fu anche attiva nell’American Medical Association e divenne presidente della Women’s National Medical Association. Anche la sorella di Blount studiò medicina, diventando pediatra a Chicago.
Blount si laureò alla University of Wisconsin School of Medicine e nel 1928 si recò a Londra per uno studio post-laurea. L’esperienza acquisita con le visite alle cliniche europee stimolò il suo interesse per il trattamento della scoliosi, un settore al quale diede un enorme contributo nel corso della sua carriera.
Da dove nasce il curioso nome Corsetto per scoliosi Milwaukee?
Al suo ritorno negli Stati Uniti, Blount si unì allo studio del dottor Frederick Gaenslen di Milwaukee. Grazie a questa collaborazione Blount conobbe altri illustri ortopedici come Elliott Brackett, Ned Ryerson e Fremont Chandler, che influenzarono il suo sviluppo come chirurgo ortopedico. Blount divenne quindi primario dell’ospedale pediatrico di Milwaukee, dove trattò pazienti affetti da tubercolosi ossea e articolare, poliomielite e scoliosi.
Fondamentali furono i suoi studi sulla scoliosi che portarono all’ideazione del Corsetto Milwaukee , sviluppato dallo stesso Blount intorno al 1950 e che divenne noto in tutto il mondo. Ancora oggi è utilizzato come trattamento primario per i pazienti affetti da scoliosi.
Blount divenne poi professore di chirurgia ortopedica presso la Marquette University School of Medicine quando Gaenslen andò in pensione. Per il suo lavoro ricevette riconoscimenti internazionali e dal 1955 al 1956 Blount fu presidente dell’American Academy of Orthopedic Surgeons.
Blount era anche un ottimo oratore, le sue conferenze più note erano dedicate al trattamento delle fratture nei bambini. Credeva fermamente nel trattamento non chirurgico e nei benefici della crescita tramite l’utilizzo di tutori per il rimodellamento scheletrico.
L’esposizione completa delle sue idee è contenuta nel suo libro Fractures in Children, dove ha definito gli standard per il trattamento delle fratture infantili, riferimento per un’intera generazione di chirurghi ortopedici.
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